lunedì 21 novembre 2011

SALVIAMO UN MILIONE DI ABETI DESTINATI A MORIRE COME ALBERI DI NATALE

 Roma (20 novembre 2011) Sono oltre un milione gli abeti naturali che a Natale adornano le case delle famiglie italiane, e le piazze dei nostri paesi e delle nostre città. Un milione di alberi molti dei quali tagliati destinati alle falegnamerie o alle fornaci dei termovalorizzatori (che dovrebbero invece funzionare con gli scarti delle lavorazioni di falegnameria e cartiere) appena passato il periodo natalizio, mentre solo poche migliaia di questi abeti vengono invece poi trapiantati in giardini o in vasi destinati quindi a rimanere vivi. Ogni anno una vera e propria piccola foresta viene debellata per numero di alberi per soddisfare il nostro egoismo e la nostra “voglia di tradizioni natalizie”. Purtroppo anche le grandi città non sono immuni a questo scempio che porta nell’arco di un decennio alla distruzione di oltre 12 milioni di alberi, tanti quanti ne contiene una vera e propria foresta di molti chilometri quadrati grande quanto la riserva naturale della Val Grande in Piemonte. Da qui l’appello dell’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente rivolto alle amministrazioni locali ma anche a ciascuna delle famiglie italiane che si apprestano in queste domeniche a comperare gli abeti da addobbare, a non comperare alberi veri ma ad optare per gli “alberi di natale” sintetici la cui produzione sia certificata dal marchio CE (per evitare prodotti tossici o confezionati in paesi dove vengono sfruttati i bambini e la manodopera sottopagata). “L’invito a sindaci e famiglie è quello di non distruggere abeti ed altri alberi per riempire case e piazze di alberi destinati poi ad essere bruciati- ci dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA- si possono addobbare altri alberi secolari che si trovano in molte piazze pubbliche. E per le famiglie invitiamo a comperare semmai alberi che poi possono essere reimpiantati, far morire ogni anno oltre un milione di piccoli e grandi abeti per soddisfare un nostro piccolo egoismo è un delitto contro l’ambiente che potremmo tutti insieme risparmiarci”.