mercoledì 15 agosto 2012

PERRERAS. RIPRENDE LA LOTTA (QUELLA SERIA)

I cani delle Perreras sono passati di moda? Di sicuro se ne parla molto meno rispetto al passato, allo scorso anno, anche se i cani continuano a morire nelle perreras e dopo gli anni del furore mediatico, delle petizioni con le quali sembrava si dovesse risolvere tutto in quattro e quattrotto (le cui firme giacciono ora in qualche fondo di magazzino degli archivi del Parlamento Europeo), delle manifestazioni e delle giornate dell'indignazione ora sembra calato un silenzio mediatico improvviso, attonito che lascia a bocca aperta. Il problema, il vero problema di questa babele è che troppi in questi mesi si sono improvvisati salvatori dei cani spagnoli, e a volte senza alcuna preparazione hanno finito per creare danni a chi i cani li salva e li salva davvero da anni e da anni si occupa a livello associativo e di gruppi costituiti (che dovrebbero però farsi associazione) di ricollocarli in maniera assolutamente gratuita nelle famiglie italiane. Ora il rischio che tutto questo parlare di cani spagnoli, questa ansia di salvezza (alla quale si sono affrancati anche degli scrocconi denunciati alle autorità giudiziare italiane e spagnole in quanto lucrano sui cani) in realtà porti ad un silenzio assordante. La notizia è passata di moda, e dalle campagne mediatiche, alle campagne delle cartoline e del boicottaggio delle ferie in Spagna si è passato in poco tempo ad un silenzio ed ad una serie di inasprimenti dei controlli da parte delle autorità spagnole che unito a purtroppo una buona dose di disinteresse generale dell'opionione pubblica ed ad una diminuzione sensibile delle donazioni rischia di far dimenticare questo massacro che non è secondo a quello dell'Ucraina o degli altri paesi di cui si parla. In realtà ci sono degli eroi di cui nessuno parla, che sono i volontari delle associazioni e dei gruppi che operano quasi sottocoperta, in silenzio e che comunque tra mille difficoltà riescono a salvare un numero comunque ancora sufficiente di cani, ma rispetto ad un anno fà le famiglie adottanti diminuiscono. E' brutto dirlo, ma la moda dei perros è passata. Da qui la necessità di non dimenticare, di riattivare i canali informativi, di tornare a parlarne, magari depurati dalle scroccone e dai furbastri, ma occorre un rilancio delle attività a livello europeo e a livello mediatico internazionale. Troppi dilettanti hanno giocato ai salvatori della patria, troppi incompetenti si sono mossi pensando di ottenere tutto e subito.Con il risultato di inasprire la guerra tra spagnoli ed italiani e di lasciar marcire in perreras cani che non trovano famiglia o che con la famiglia gia pronta non riescono per mille motivi a venire in Italia. Ora che di soldi ne girano meno, e l'attenzione e le modo paiono spostarsi su altri orizzonti è il momento di rimettere in marcia la banda, non tanto per usare la gran cassa ma per rilanciare in termini non certo intimistici o emozionali una lotta, una lotta vera che durerà e che non è destinata ad esaurirsi nel pianto davanti alle telecamere di qualche giovane commossa o in un tavolo europeo che non produce altro che fumo negli occhi. La battaglia deve essere tattica, sarà lunga, e sarà costellata di sconfitte prima che di vittorie. Ma non si molla. Si deve arrivare a dire basta alla pena di morte per i cani, sia in Europa in generale che in Spagna in particolare. Non servono piagnistei o ritirate stragetiche, servono azioni di avanguardia e di richiamo mediatico, un movimento era sorto e quel movimento è stato dilapidato da incompetenti che non hanno visto oltre il loro naso e si sono perse in risse di bottega o in beghe associative. Un movimento era sorto e un movimento è stato dilapidato ma non ucciso. Occorre solo richiamare alla riscossa chi crede in un progetto serio che non si fermi alla facciata illuminante di qualche fanciulla radiosa ma dannosa, ma che cresca in maniera eponenziale. Occorre un movimento nuovo, di gente nuova con idee concrete e precise. Chi salva i cani e lo fa bene continui a salvarli. Chi è indagato per traffico internazionale si faccia da parte non è più credibile ne accettabile la loro presenza. Chi ha voglia di lavorare ad un progetto sulla lunga distanza si metta alla stanga, di idee abbiamo bisogno tutti, ma soprattutto di azioni e controazioni perchè quei cani devono smettere di morire. Non lavoreremo per i cani salvati o da salvare, per quello c'è già chi lo fa ed alcuni lo fanno bene. Lavoreremo in prospettiva per ogni cane che muore, per quei cani che forse non piacciono alle famiglie che vedono le fotografie e che muoiono per mano del boia spagnolo e per scelta del suo complice italiano che decreta chi e come si deve salvare.