giovedì 17 luglio 2014

I TIGLI DI VIA EMILIA POSSONO ANCORA ESSERE SALVATI

di Lorenzo Croce
UNO SCORCIO DI VIA EMILIA A COLOGNO MONZESE

La partita sui tigli di via Emilia a Cologno Monzese non è ancora persa definitivamente, anzi ci sono ancora speranze di poterli salvare, se chi ha la responsabilità di gestire la campagna per la loro salvaguardia si sveglia dal colpevole torpore di queste settimane. 
Torpore ovattato da inutili quanto pomposi convegni ai quali ha fatto seguito l'ennesimo niet da parte del sindaco di Cologno Monzese e che come volevano dimostrarsi si sono rivelati fumo negli occhi gettato ad arte da parte di chi per motivi politici o personali, nobili e meno nobili sta cavalcando questa battaglia non già per salvare i tigli, ma per consumare una vendetta più o meno personale o di gruppo contro il sindaco Soldano e la sua giunta.
Occorre fare subito un salto all'indietro di almeno due mesi, cancellare le follie comunitarie di giugno e luglio ed appellarsi alle uniche due armi ancora possibili: il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica che la legge consente di inoltrare fino a 120 giorni dalla pubblicazione della delibera che si vuole contestare, e quella del progetto definitivo che prevede il taglio dei tigli risale alla fine di aprile e un documento politico presentato in consiglio comunale da quelle forze politiche che sostengono la battaglia dei tigli, un ordine del giorno sul quale il consiglio comunale si esprima in maniera chiara impegnando la giunta a bloccare il taglio.
Entrambe le strade sono ancora praticabili e sono impegnative per sindaco e giunta, infatti il ricorso straordinario al presidente della repubblica ha un iter per il quale se fatto subito potrebbe ancora imporre uno stop.
Certo quel ricorso deve essere sottoscritto da almeno un gruppo di cittadini residenti in via Emilia (ne bastano una quindicina) ed occorre dire subito che ha dei costi che si aggirano attorno ai 600 euro per la sua presentazione e che in caso di sconfitta rischia di dover costare qualche migliaio di euro ai firmatari, ma tant'è il rischio vale la partita, se davvero si vogliono salvare quei tigli.
La battaglia di popolo ha senso in tutta la sua forza e si può eprimere in essa solo se accompagnata da quella che io definisco l'artiglieria pesante, cioè da un supporto legale e legalitario. Cosa che ad oggi a parte la mia denuncia alla forestale che aveva un carattere preventivo ed era prologo all'auspicato e mai realizzato ricorso al Tar contro la delibera, non è stata messa in atto.
Alla battaglia di popolo e a quella legale si lega indissolubilmente un atto politico locale, una volta per tutte il consiglio comunale si esprima e dica chiaramente a chiare lettere con un documento di indirizzo alla giunta cosa si deve fare di quei tigli.
Mi lascia perplesso, anzi basito, il fatto che ad oggi nessuno dei politici navigati e naviganti che in queste ultime settimane hanno affiancato lo stanco e provato comitato originario non abbia pensato di produrre un documento politico da portare in consiglio comunale e far votare.
Molti sostengono che il Pd di Cologno è spaccato e che altre forze sono favorevoli al salvataggio dei tigli. Bene allora, se davvero esistano queste forze battano un colpo, escano allo scoperto e non si comportino da ectoplasmi inconsistenti ed insignificanti. Il modo migliore per far vedere la loro presenza e dare corpo alla loro consistenza è quello di presentare un documento, un semplice ordine del giorno, meglio se a firma di un consigliere del Pd, dove si "impegna la giunta a non tagliare i tigli e a trovare una soluzione alternativa all'attuale progetto".
Un documento di indirizzo, semplice chiaro di poche parole che impegni la giunta e metta il sindaco davanti alla responsabilità di quello che sta facendo, e che se approvato in consiglio comunale obbliga di fatto la giunta a fermarsi.
Occorre insomma l'unica cosa che fin qui purtroppo, mi spiace dirlo in maniera cosi chiara ed esplicità, è mancata. OCCORRE IL CORAGGIO e la consapevolezza di fare tutto nel giro di cinque o sei giorni. Altrimenti si rischia di aver fatto una bella battaglia di retroguardia e testimonianza ma null'altro. 
Se qualcuno ha bisogno di noi, noi ci siamo. Altrimenti fate pure da soli, ma fate!!!