sabato 20 settembre 2014

COME STA IL VERDE A MILANO?




COME STA IL VERDE DI MILANO?
DI SALVINA INZANA VICE PRESIDENTE NAZIONALE AIDAA RESPONSABILE SETTORE AMBIENTE
alberi seccati in via cogne

A Milano il verde ( comprensivo di alberature, vegetazione bassa, parchi, aiuole, giardini ,verde cimiteriale, verde tangenziale, ecc.) è di 22.000.000 mq, cioè secondo l’assessore Bisconti, di circa 18mq per abitante. Rispetto a dieci anni fa ogni milanese oggi conterebbe su quattro metri quadri di verde in più. Ma, in genere in questi conteggi viene compreso il verde cimiteriale, quindi potrebbe … essere questo il surplus attuale? Comunque c’è chi contesta le affermazioni della Bisconti e denuncia una città con la superficie impermeabilizzata (costruzioni + strade) che equivale a circa il 75% del territorio comunale. Secondo questi Movimenti e Comitati il rapporto di verde per abitante sarebbe di circa soli 10 mq per abitante (tenendo conto anche delle aiuole spartitraffico!) e non di 18mq. Anche secondo Michele Sacerdoti, ingegnere urbanista milanese difensore del verde, si dovrebbe piuttosto parlare di 18 metri di spazio pubblico per ogni abitante, dei quali 9 riservati al verde e attività ricreative, obiettivo che ancora non è stato raggiunto.
albero abbattuto in piazza diocleziano 

Probabilmente anche perchè Milano ha scelto di spendere per la cura del verde un appalto al ribasso: 1,1 euro al mq (Lugano ne spende 7). Un errore secondo molti esperti del settore perché spendere di più sarebbe un sicuro investimento con un ritorno raddoppiato, grazie ai preziosi servizi eco-sistemici degli alberi, positivi sia dal punto di vista materiale che quello psicofico .
Consultando la pagina del Comune di Milano che annuncia gli abbattimenti si verifica che, durante le ultime giunte, si è arrivati ad un migliaio di rimozioni puntualmente motivate da (molto generiche) cause fitostatiche, fitosanitarie o precauzionali.
Al riguardo l’ arboricoltore del S.I.A., Sem Pagnoni, ha pubblicamente dichiarato che la causa principale è da imputare al massacro commesso da potature scadenti e capitozzature selvagge: tecniche che causano il degrado e la morte precoce delle essenze. . Eppure, continua Sem Pagnoni, la maggior parte degli alberi dei viali milanesi non avrebbe alcun bisogno di questo genere di interventi! A ciò vanno aggiunti altri errori come le piantumazioni di alberi già difettosi (nelle radici e la corteccia) e la scelta di luoghi sbagliati. E per finire il suolo di Milano, che contava in passato sulla presenza di un’ampia biodiversità , ha subito, a causa dell’inquinamento e lo sfruttamento umano, un impatto così negativo da arrivare ad impedire o rendere molto difficoltoso l’attecchimento di nuovi alberelli. Il sospetto che gli abbattimenti siano dovuti anche a una convenienza del comune a liberarsi della responsabilità di cura dei grandi alberi sostituendoli con innocui "stuzzicadenti", non è ora solo delle associazioni ambientaliste, AIDAA in testa, ma anche dei cittadini, infatti il recentissimo abbattimento di 47 alberi nel parco Bellisario zona Udine, in seguito alla caduta di un solo albero ha indignato i cittadini che hanno accusato il comune di eccesso di precauzione anche perchè a rischio nel parco ci sono altri cento alberi. Milano era (ancora ai tempi del 1° Expo’) “ un bellissimo giardino”. Ma ora l’impermeabilizzazione ( circa il 75% del territorio comunale) del suolo e la presenza di (troppi?) sottoservizi rappresentano una grande problematica che ostacolano l’attecchimento degli alberi. Infatti ogni giorno i cittadini segnalano, attraverso lettere e mail spedite ai principali quotidiani, il desolante spettacolo di alberi morti o sfregiati la cui fine è segnata ( per esempio in v. Terzaghi, v.Uruguay, viale Marche, Corso concordia, via Diomede, viale Papiniano, via Ovada, via Voltri, via De Nicola, via Cogne, via Milly … accade insomma in tutti i quartieri).
Fra le conseguenze più evidenti di tali operazioni annotiamo , purtroppo, la sparizione dei piccoli uccelli come merli e passerotti che non ci svegliano più al mattino con il loro allegro cinguettio . Ciò è dovuto anche al sistematico abbattimento dei grandi alberi, delle potature e del taglio delle siepi (con reciproco rimpallo di responsabilità tra l’ Amsa e la Parchi e giardini) eseguite proprio nei periodo di nidificazione.
Sono molti oggi i cittadini che si chiedono il perché di un numero così elevato di alberi abbattuti.
albero segato di recente 


Questo avviene perché il Comune di Milano, conclude S.Pagnoni, tratta gli alberi come se fossero degli oggetti, trattandoli tutti allo stesso modo. Invece ognuno è diverso e basterebbe intervenire con operazioni poco invasive ma più frequenti, con il chiaro e preciso obiettivo della preservazione di una chioma stabile e la considerazione delle relative problematiche del tipo di pianta.

Riguardo al n. delle alberature presenti a Milano, a prescindere dai nuovi inserimenti e dai sistematici abbattimenti, la quantità ufficialmente dichiarata si aggira sui 213.000.
Secondo quanto pubblicato dai giornali dal 2013 ad oggi sono state distribuite in parchi, giardini, viali e spazi verdi in generale, circa 40.000 nuove essenze( comprese le 11.000 annuali dedicate ad ogni nuovo nato … anche se a insaputa sua e dei suoi genitori) , appartenenti a specie diverse tra cui soprattutto: platani, tigli, magnolie, aceri, bagolari, olmi, carpini, robinie, frassini,liquidambra, ippocastani, sophore, querce, prunus, pioppi, ippocastani, cedri, alberi-di-Giuda e ailantus. Ma quante di queste sono sopravvissute? La coop Coges dichiara una moria fisiologica del 10%, ma la quantità di lettere proveniente da tutte le nove zone di Milano per segnalare la moria degli alberelli (insieme al silenzio della Parchi e Giardini) fa intuire una percentuale molto più alta. Solo nell’estate 2012 (da caldo africano)sono stati migliaia gli alberi seccati. Anche i “Boschetti di Benvenuto” della Moratti sono morti tutti e, quest’anno, nonostante le piogge abbondanti, il numero degli alberelli non attecchiti e denunciati dai cittadini è stato comunque notevole. A crescere ed abbondare notevolmente invece sono, in questi ultimi tempi, ( da quando il contratto con la Coges è stato rinnovato dopo la sua scadenza ) l’erba e le piantine selvatiche, sia sui prati che presso i marciapiedi. “ Per assecondare la natura” ha dichiarato l’assessore Bisconti “ Per risparmiare sulla manutenzione del verde” sospettano i cittadini. E non sono pochi a chiamare la Parchi e Giardini per protestare e richiedere un intervento di sistemazione di un prato erboso divenuto troppo ingombrante.
E che dire di parchi e giardini? Dalla Martesana a Monte Stella sono davvero tanti i cittadini esasperati che minacciano denunce in quanto Il Comune non mostra di tutelare il verde dall’aggressione di gruppi di persone che lo rovinano e lo sporcano, riempiendolo di rifiuti di ogni genere, a causa di attività ed iniziative inadeguate e non rispettose del verde. Segnalazioni e proteste sono giunte per esempio per il degrado dei giardinetti di via Caterina da Forlì, di via Strozzi, dei piccoli parchi di via Padova fino ai giardini di zona Corvetto, del parco Cassinis, del parco Forlanini, del parco presso Mac Mahon e molti altri. E un progetto-verde a grave rischio riguarda l’istituzione del nuovo Parco Vettabbia, in quanto la ditta che ha vinto l’appalto, stanca di continue ruberie ed atti teppistici a danno del cantiere, minaccia di rinunciare ed abbandonare i lavori.
A due meno di anni dalla fine del mandato della nostra giunta ( nel 2016) il sindaco Pisapia dovrà tracciare un bilancio arboreo tirando le somme degli alberi piantati sulle aree pubbliche durante tutta la sua carica di Primo Cittadino. A vigilare sulla veridicità dell’operazione sarà il Comitato per lo Sviluppo del verde pubblico del Ministero dell’Ambiente.
Staremo a vedere …