venerdì 10 febbraio 2012

LEGGE CACCIA PIEMONTE. LE RIFLESSIONI DI MONICA CERUTTI


riceviamo e volentieri pubblichiamo


Sperando di fare cosa gradita ed in relazione alla sua sollecitazione al Consiglio Regionale, le trasmetto alcune mie considerazioni.
Nel caso fosse interessato a ricevere ulteriori comunicazioni ce lo segnali al seguente indirizzo email:
monicacerutti.piemonte@gmail.com


Cerutti: Referendum sulla caccia: una nuova sconfitta di Cota.
Ora auspichiam​o quella dell'integ​ralismo venatorio.

Registriamo un nuova sconfitta politica della giunta Cota. In una sola settimana, prima il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso della Regione contro la sentenza che aveva annullato i tagli applicati sui trasporti.
Ora il TAR ordina al Piemonte di indire il referendum entro 15 giorni, altrimenti sarà il prefetto a sostituirsi alla Regione in veste di commissario ad acta.
Siamo arrivati a questa situazione poiché la Regione e' risultata inadempiente. Quindi anche i costi della celebrazione del referendum sono da imputarsi tutta alla sua incapacità legislativa, quando invece si poteva procedere a costruire un nuova legge che potesse essere una mediazione fra i diversi orientamenti.
Al contrario, la legge che si sta delineando in commissione risponde alle logiche venatorie più integraliste, attenuate in minima parte nella discussione.
L'incremento di dieci specie cacciabili, ad esempio, nell'ultima versione e' stato modificato eliminando quattro specie (coniglio selvatico, moriglione, mestolone e fischione),restringendo il periodo per altre (tordo sassello, tordo bottaccio) o sottoponendo alcune a piani (starna e pernice rossa).
Il risultato e' una legge che scontenterà anche le associazioni venatorie più moderate, dialoganti con le associazioni ambientaliste. E darà modo alla campagna referendaria di mobilitare con maggiore determinazione tutti coloro che vogliono difendere il patrimonio faunistico selvatico piemontese.
L'unico suggerimento ora alla Regione e' quello di procedere affinché i referendum vengano accorpati con le amministrative, per un risparmio di risorse.

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