sabato 21 aprile 2012

IL 3 GIUGNO SI VOTA IL REFERENDUM CONTRO LA CACCIA IN PIEMONTE

Come può divertire la morte di un animale?


Se sei d’accordo anche tu allora abbiamo un obiettivo in comune: l’approvazione delle limitazioni alla caccia in Piemonte, contenute nei quesiti referendari del 3 giugno.

Il silenzio però che accompagna questa campagna referendaria e la data stessa, a cavallo del ponte festivo del 2 giugno, tradiscono una netta avversione da parte della Regione e di alcune categorie.
Per questo è invece importante che tutto coloro che hanno a cuore questa battaglia uniscano le forze, per sensibilizzare e fare corretta informazione in merito ai quesiti referendari.

Con questo spirito ho aderito fin da subito al Comitato Promotore del referendum e ho lanciato una campagna informativa pro referendum con i manifesti che vedi in questa lettera. E ho messo in rete attraverso facebook, una pagina:  REFERENDUM CACCIA PIEMONTE che ha totalizzato in poche settimane più di quattromila contatti. Ma occorre che ognuno di noi faccia la sua parte. Ti invito quindi a visitare la pagina facebook Referendum Caccia Piemonte e a segnalarla ai tuoi amici di facebook con la seguente modalità: condividete un post della pagina facebook di referendum caccia Piemonte (cliccando su condividi) e invitate i vostri amici a visitare la pagina e a condividerla (nel riquadro che appare sopra l’immagine che viene visualizzata).
Cerca di intervenire quando puoi nel dibattito della pagina perché questo alimenta un meccanismo di informazione esponenziale importante per raggiungere nuove persone.
Sabato mattina ho lanciato la campagna dei manifesti e di facebook ufficialmente insieme con i promotori del referendum che, anche loro, si stanno dando molto da fare in tutto il Piemonte. Più siamo e più informiamo.

Ho allestito anche un sito www.referendumcacciapiemonte.it dove poter scaricare i materiali (aggiungere link) (volantini, manifesti, ecc). Sono disponibili anche manifesti e volantini gratuiti che puoi ritirare  presso l’Associazione Officina dei Diritti, in via Monte Novegno 10°. Puoi telefonare per informazioni allo 011.5757344. Sul sito potrai a breve trovare anche un calendario degli appuntamenti.

Ci sono voluti 25 anni e una sentenza del tribunale per avere il via libera alla consultazione referendaria nella nostra Regione in merito alla legislazione sulla caccia. Il Referendum costerà circa 20 milioni di euro ma è bene chiarire che le responsabilità di questa spesa stanno tutte in capo al Presidente Cota e al suo Assessore Sacchetto. Era sufficiente, per evitare il referendum, recepire in Commissione Agricoltura i quesiti referendari del Comitato Promotore cambiando la Legge attuale. Invece Pdl e Lega hanno addirittura peggiorato le co se con modifiche pro caccia (liberalizzando i giorni della settimana, togliendo alcune limitazioni e aumentando la capienza del carniere cacciabile). Così, paradosso, se l’esito sarà negativo, cioè prevarranno i no oppure non si raggiungerà il quorum, il Piemonte si troverà con una legge ancora più permissiva di quella attuale.

La scheda per votare domenica 3 giugno è una sola. Quindi un solo SI per: limitare la caccia dalle 26 specie ora cacciabili a 4 (rimangono solo il cinghiale, la lepre, la minilepre e il fagiano), per escludere la domenica e i periodi di neve, per tutelare le riserve.

Perché non abolire del tutto la caccia?  Perché Un referendum regionale non può abolire la caccia perché istituita con una legge nazionale ma può intervenire solo sulla legge regionale che la regolamenta. Per  normarla meglio, nell’ottica della tutela del patrimonio avifaunistico piemontese e di una libera fruizione per i piemontesi del patrimonio boschivo anche nel fine settimana.
Ringraziandoti fin da ora per il tuo impegno ti porgo i più cordiali saluti.     

andreastara -  Consigliere regionale


ULTIMA ORA


Il referendum si può ancora evitare e ci sono due sole modalità per poterlo ancora fare. Entrambe prevedono l’introduzione di un articolato nella legge finanziaria che si sta discutendo in Consiglio Regionale. La prima modalità, ventilata da Cota, rappresenterebbe un vero e proprio colpo di mano e consiste nell’abrogare  l’attuale legge regionale (oltre 70 articoli) in modo da fargli subentrare la legge nazionale molto più permissiva.

La seconda modalità è promossa da un mio odg  che verrà discusso e votato la prossima settimana in Consiglio: recepire i quesiti referendari  modificando l’attuale legge nel rispetto della volontà popolare espressa dai firmatari. Questo anche per fare chiarezza sulle vere responsabilità in relazione alla spesa di 22 milioni di euro per sostenere i costi del referendum.