domenica 8 aprile 2012

VIVISEZIONE: CANI E GATTI RANDAGI A RISCHIO DEPORTAZIONE.




VIVISEZIONE: CANI E GATTI RANDAGI A RISCHIO DEPORTAZIONE.

La nuova normativa sulla vivisezione europea (in discussione al senato l’emendamento “migliorativo” introdotto dal governo italiano) prevede la possibilità di catturare ed utilizzare per fini scientifici (vivisezione e sperimentazione animale) i cani ed i gatti randagi presenti sul territorio dei paesi dell’Unione Europea. In Italia per la verità questa pratica è comunque vietata dalla legge 281/91 che riconosce una serie di tutele sia ai cani che ai gatti randagi e nonostante l’onorevole Michela Brambilla in sede di votazione alla Camera dei Deputati abbia ritirato il suo emendamento che rafforzava questo divieto sul territorio nazionale italiano per il momento entro i nostri confini questo rischio non esiste. Diverso però il discorso per le migliaia di gatti e cani che ogni anno migrano dall’Italia verso i paesi del nord Europa dove invece in alcuni casi l’utilizzo di randagi felini e canini per la sperimentazione potrebbe essere autorizzato. Appare quindi evidente (specialmente per i viaggi che dal sud partono per la Germania e per altre destinazioni oltralpe) che il rischio anche per una buona parte dei nostri cani e gatti è tutt’altro che scongiurato. Ora siamo tutti consapevoli che la maggior parte dei cani e gatti che vengono portati dai volontari in Svizzera, Austria, Germania ma anche nei paesi del nord Europa sono animali che tolti dalla strada nella stragrande maggioranza dei casi trovano una famiglia pronti ad accoglierli e che quindi l’opera instancabile dei volontari e delle volontarie specialmente del sud è in grandissima parte meritoria. Ma ciò non toglie che il rischio che qualche migliaio tra cani e gatti finisca dritto dritto nei laboratori è dietro l’angolo. Sappiamo infatti per certo che insieme ai viaggi della speranza, quelli veri spesso si affiancano gruppi di delinquenti ed opportunisti che dietro opportuni paraventi anche associativi (finte associazioni animaliste  e vere associazioni a delinquere) pronti a raccogliere i cani ed i gatti o a prelevarli in massa dai canili consenzienti e a deportarli in quei paesi dell’Europa dove la legge consente l’uso di randagi per gli esperimenti di vivisezione (non per forza sui farmaci, ma per esempio esperimenti sulla tossicità dei prodotti). Per questo motivo è necessario da subito porre in essere tutti quei controlli di polizia si alla frontiera sia durante i viaggi in modo che si evitino nella maggiore misura possibili queste deportazioni che sicuramente sono già clandestinamente iniziate (con l’appoggio di canili compiacenti anche nel nord Italia che tengono in stallo gli animali a cui viene data una falsa identità fittizia). Per questo motivo stiamo mettendo a punto un vero e proprio dossier che nei prossimi giorni presenteremo ai Nas ed al Corpo Forestale proprio per fare luce sul discorso dei traffici internazionali dei cani, dossier che fa il paio con quello consegnato alle forze dell’ordine nei mesi scorsi in merito all’importazione dei cani della Spagna da parte di pseudo animaliste cani che poi finivano nei canili in attesa di essere poi trasportati chissà dove. Salvati dalle Perreras o dalla strada per finire in un laboratorio (i vantaggi economici sono enormi: un cane randagio si paga 50 euro un bearle di Green Hill minimo 250 euro) sarebbe drammatico e se non stiamo attenti mentre applaudiamo ad un ipotetica chiusura di Green Hill rischiamo di realizzare tanti Green Hill nelle strade italiane dove al posto dei beagle i predestinati alla morte sono i nostri randagioni.