martedì 10 settembre 2013

3000 SINDACI NON COMBATTONO IL RANDAGISMO

AIDAA. 3.000 SINDACI NON COMBATTONO IL RANDAGISMO

Roma (10 SETTEMBRE 2013) – Sono tremila i sindaci italiani che non ottemperano a vario modo a quanto previsto dalla legge 281/91 contro il randagismo. In particolare sono due le motivazioni che hanno portato l'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente a mettere in piedi la più grande operazione di denuncia penale e amministrativa nei confronti dei sindaci italiani della storia della Repubblica di competenza per non aver ottemperato nei mesi estivi al servizio di raccolta sul territorio dei cani randagi e tra loro i sindaci di Roma e Napoli oltre ad altri sindaci di piccoli e grandi centri del centro sud Italia. Sono invece oltre 1.400 i sindaci denunciati alle rispettive sezioni regionali della Corte dei Conti e anche tra questi vi sono molti sindaci di capoluogo di Provincia e di grossi centri delle regioni Campania, Lazio, Calabria, Puglia, Abruzzo, Sicilia, Sardegna, Molise, Toscana ed Abruzzi in quanto sono in ritardo di oltre due anni con i saldi ai cani di zona che ospitano i cani randagi dei 1.400 comuni inadempienti. “E' un operazione mastodontica che crediamo di riuscire a completare entro la fine dell'anno- ci dice Lorenzo Croce presidente nazionale di AIDAA- ma che doveva essere fatta, nei mesi estivi migliaia di sindaci compresi quelli di città del calibro di Napoli e Roma non hanno messo in pista un solo vigile o un solo dipendente comunale con lo scopo di catturare le migliaia di cani randagi che vagano per le strade cittadine del sud Italia, e ancora meno hanno messo a punto delle convenzioni ad hoc, in alcuni casi la polizia locale fingeva di non conoscere le normative sulla lotta al randagismo della 281 e le relative responsabilità, per quanto poi riguarda i pagamenti ritardati ai canili- conclude Croce- questi sono in alcuni casi atti criminali per i quali non solo ci sono 400 canili a rischio chiusura, ma grazie al quale si stanno intensificando i traffici dei cani verso il nord europa, dove vale la pena ricordarlo in alcuni casi comprovati i cani finiscono non in adozione ma nei laboratori di vivisezione”. Copia del dossier una volta completato sarà inviato anche al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.