martedì 11 marzo 2014

78000 ITALIANI PRATICANO LA ZOORASTIA

13 ITALIANI SU DIECIMILA PRATICANO LA ZOORASTIA (sesso con animali)
ZOORASTIA. IN ITALIA NON E' REATO


Roma (11 marzo 2014) - Almeno un milione di siti pornografici dedicati alla diffusione di 25 milioni di link di filmati di sesso con animali, una rete di almeno una quindicina di locali “riservati” che si trovano nelle zone del centro nord Italia ed in particolare nelle provincie di Milano,Varese,Cremona, Parma, Piacenza, Roma,Frosinone e Venezia dove si pratica la zoorestia e le orge zoorastiche tra adulti consenzienti e animali (non consenzienti), 13 italiani su diecimila che negli ultimi cinque anni hanno avuto rapporti sessuali completi o orali con animali (Cani,capre,cavalli,asini,ma anche maiali e galline solo per citarne alcuni) con una leggera prevalenza di uomini rispetto alle donne. Un giro di prostituzione con animali che seppur limitato è presente prevalentemente nel nord Italia e turismo sessuale di italiani che amano farlo con donne e animali verso la vicina Svizzera cosi come più volte dichiarato dalle stesse prostute di oltre confine. Un giro di affari legati prevalentemente all'industria del porno che supera abbondantemente i 200 milioni di euro l'anno. Questi sono i numeri impietosi del dossier AIDAA sulla zoorestia inviato oggi via posta alla Commissione Petizioni del Parlamento Europeo. 32 pagine di siti ed indirizzi e numeri con le relative fonti per permettere alla commissione di approfondire ulteriormente la richiesta di elevare la zoorastia a rango di reato penale in tutta Europa gia avanzata da AIDAA e discussa in prima istanza dalla stessa commissione lo scorso 16 settembre 2013. “E' una battaglia che vede molte persone schierate insieme a noi di AIDAA- ci dice Lorenzo Croce presidente nazionale di AIDAA- per chiedere che la zoorestia diventi un reato a livello nazionale ed internazionale. In quella data fu discussa in contemporanea anche una petizione simile alla nostra presentata dall'On. Cristiana Muscardini. Ora- conclude Croce- abbiamo concluso il lavoro di ricerca dati che abbiamo trasmesso alla commissione sperando che presto questo orrore si trasformi in reato penale per il quale noi chiediamo la pena della reclusione”.