lunedì 31 marzo 2014

PALIO DI ASTI. A GIUDIZIO IL FANTINO

la tragica caduta che ha provocato la morte del cavallo al palio di asti

Siamo stati i primi a denunciare che il fantino era il responsabile della morte del cavallo avvenuta nel corso del Palio di Asti, ora è arrivata la decisione della procura della repubblica di Asti di chiudere le indagini e chiedere il rinvio a giudizio del fantino proprio dopo la denuncia presentata da noi e da altre tre associazioni animaliste. 
Ovviamente AIDAA si costuirà parte civile nel corso del procedimento.
Ecco di seguito il recoconto di quanto avvenuto cosi come pubblicato pochi minuti fa dal quotidianopiemontese.it, molto importante anche la motivazione con la quale si chiede il rinvio a giudizio del fantino. 

Troppa voglia di vincere. Potrebbe riassumersi così la vicenda di Jonatan Bartoletti, conosciuto da tutti come “Scompiglio”, fantino entrato nella storia per aver vinto due volte il Palio di Siena e nelle cronache giudiziare per aver provocato la morte di un cavallo in quello di Asti.
Era il 15 settembre scorso quando, per anticipare la partenza della gara, il fantino frustò il suo cavallo che, istintivamente, partì al galoppo. La “mossa”, però, non era matura, gli altri cavalli dovevano ancora finire di posizionarsi e per questo il canapo era ancora alzato. Il suo baio “Mamuthones” inciampò, cadde e si ruppe le vertebre cervicali, morendo sul colpo.
Da allora, “Scompiglio” è stato prima squalificato per dieci anni dalla competizione piemontese, poi sono arrivate le denunce delle associazioni animaliste, dalla Lav all’Enpa, dall’Aidaa all’Oipa. Ora, il sostituto procuratore Laura Deodato gli ha notificato l’avviso di chiusura indagini e la conseguente richiesta di rinvio a giudizio per maltrattamenti:
Senza necessità, per effetto di energiche nerbate all’animale prima che i purosangue fossero tutti pronti per la partenza e prima che si desse avvio alla gara abbassando il canapo, induceva il cavallo, maschio purosangue di sei anni, a lanciarsi in corsa, inciampando sulla corda ancora issata, cadendo al suolo, urtando violentemente la testa con conseguente immediato decesso, così da accettare il rischio, in conseguenza della condotta intempestivamente tenuta, di cagionare la morte del cavallo