martedì 22 aprile 2014

OLMI MAC MAHON.AIDAA E COMITATO ANCORA IN PROCURA

SULLA VICENDA OLMI RIPORTO UN ARTICOLO DEL CORRIERE DELLA SERA DI OGGI. PER CORRETTEZZA COMUNICO ANCHE CHE A FIRMARE L'ESPOSTO E' STATO IL PRESIDENTE AIDAA LORENZO CROCE ED IL PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE CINQUE STELLE PER LA LEGALITA' DOTTOR AVVOCATO DANILO SCARLINO


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La battaglia per gli Olmi di via Mac Mahon riprende vigore. Nelle prossime ore sarà depositato un esposto alla Procura e per martedì 6 maggio è annunciata una manifestazione cittadina, con partenza in piazza Diocleziano, là dove prendono inizio i due filari alberati, sede di 170 olmi piantumati negli anni Cinquanta, l’oggetto del contendere. 
A dare nuovo ossigeno alla protesta è stata la pubblicazione del bando di gara d’appalto da parte di Atm, che «è un bando integrato - spiega l’urbanista Giuseppe Boatti, voce del comitato per salvare gli Olmi -, cioè non c’è un progetto esecutivo che viene messo a gara ma una gara per la progettazione esecutiva e insieme per l’esecuzione delle opere. Non è il Comune che definisce quali prove fare sulle piante. Noi, per esempio, abbiamo inutilmente insistito perché si facessero pre-analisi con georadar utili a verificare le condizioni degli alberi e lo stato reale delle radici. Invece, ci sarà un unico responsabile, il direttore dei lavori, che deciderà pianta per pianta. Stanno giocano alla roulette russa. Taglieranno le radici e poi si vedrà. L’appalto prevede già la sostituzione degli alberi». Oltre 2 milioni di euro solo per la parte verde e opere stradali. Circa un terzo del totale dell’intervento. 
Il Consiglio di Zona 8 butta acqua sul fuoco: «I cittadini sono con noi - spiega il presidente Simone Zambelli -. Il comitato s’è spaccato. C’è stato un percorso partecipato e siamo riusciti a far risparmiare soldi al Comune, evitando il taglio indiscriminato degli olmi e mantenendo il disegno originario del viale». A riprova della pacificazione avvenuta ci sarebbe «la collaborazione dell’agronomo Pestalozza che faceva parte dei comitati e poi ha affiancato Atm e Comune e continuerà a farlo», conclude Zambelli. «Il Comune valuta che circa 35 alberi - scrivono i contestatori in un documento che sta circolando in Zona 8 -, i più grandi e belli, potrebbero essere abbattuti in quanto divenuti instabili dopo l’operazione di taglio delle radici. Ma si tratta solo di una stima, il danno potrebbe essere assai maggiore». 
I cittadini avevano formulato proposte alternative precise: «Estendere a tutti gli alberi più grandi le prove georadar per conoscere preventivamente la posizione delle radici, poi realizzare l’intervento in via sperimentale solo su un numero di alberi molto limitato, non più di 6-8 e, infine, decidere se continuare nel progetto o modificarlo». Le alternative, chiarisce un esperto in materia, non mancano: è possibile, per esempio, «sopralzare il livello dei binari di pochi decimetri, mantenendo gli attraversamenti esistenti ed evitare il taglio delle radici». C’è chi ha ipotizzato, in alternativa, «brevi tratte a binario unico». L’esposto ipotizza «il rischio di danneggiamento del patrimonio paesaggistico ed ambientale». Il Comune, chiariscono i firmatari, «è deputato alla tutela di beni ambientali quali il paesaggio e il verde pubblico e con la legge 10/2013 gli alberi monumentali sono entrati a far parte del patrimonio culturale nazionale e quindi tutelati dalla legge».