giovedì 26 giugno 2014

ANTISPECISMO. AIDAA NEL COMITATO PROMOTORE NO VIVISEZIONE

IL MOVIMENTO ANTISPECISTA (http://www.antispec.org/index.html) CHE RACCOGLIE I MASSIMI ESPONENTI DELLA LOTTA ALLA VIVISEZIONE, CHE VANNO DAL PROFESSOR FEDI, A VALERIO POCAR,MASSIMO TERRILE E SUSANNA PENCO PER CITARNE ALCUNI HA MESSO A PUNTO UN DOCUMENTO PER IL SUPERAMENTO DELLA VIVISEZIONE E AFFIANCA IN MANIERA TECNICA E PUNTUALE IL MILIONE DI FIRME RACCOLTE A LIVELLO EUROPEO PER CHIEDERE ALLA UNIONE EUROPEA DI ABOLIRE LA SPERIMENTAZIONE ANIMALE. COME AIDAA SIAMO STATI INVITATI A FAR PARTE DEL COMITATO PROMOTORE DI TALE INIZIATIVA. ALLA QUALE ABBIAMO ADERITO SENZA ALCUNA ESITAZIONE RITENENDO QUESTO COINVOLGIMENTO UN ONORE ED UN RICONOSCIMENTO ALLE NOSTRE POSIZIONI INTRANSIGENTI RISPETTO ALLA LOTTA ALLA VIVISEZIONE ED ALLA SPERIMENTAZIONE ANIMALE. 
DI SEGUITO UN SUNTO DEL DOCUMENTO PROPOSTO DAL MOVIMENTO ANTI SPECISTA E DA NOI SOTTOSCRITTO. 


Sul superamento della sperimentazione animale.
19 giugno 2014
Il documento in estrema sintesi1.
  1. I test sugli animali non umani per la tossicità delle sostanze chimiche e dei farmaci sono universalmente riconosciuti ‘non affidabili’, fornendo, secondo i pochi autori che osano esprimersi in termini statistici (nella voluta assenza di dati ufficiali), un’affidabilità del 33%, e per il resto risposte non valide o diametralmente opposte a quelli effettuati, con le stesse sostanze, sugli umani. Mentre, per essere scientificamente validi, dovrebbero raggiungere un’affidabilità almeno del 90%. Ciò è dovuto alle differenze genetiche e biologiche tra le specie. I test sulle sostanze chimiche, per la loro immissione al commercio, non vengono inoltre ripetuti sugli umani, causando disfunzioni e gravi malattie difficilmente attribuibili a tali sostanze data la mancanza e l’impossibilità di indagini epidemiologiche tempestive ed adeguate.
  2. I test sull’efficacia dei farmaci, dal lato terapeutico, sono ancora meno affidabili, data la altrettanto significativa differenza dal lato biologico tra le specie. Non per nulla vengono effettuati nuovamente sugli umani, dopo il test sui non umani, sia dal lato tossicologico, sia terapeutico. La stragrande maggioranza (90%) dei farmaci testati sui non umani non supera tale prova, e solo il 10% dei farmaci viene quindi avviato ai test clinici sugli umani Nonostante ciò, moltissimi farmaci, dopo i test clinici previsti dalla normativa, risultano tossici e iatrogeni, causando gravi effetti collaterali e spesso la morte. Il che significa che tali test non sono effettuati nella maniera dovuta, o non sono effettuati affatto (es. cancerogenicità, tossicità genetica e riproduttiva, tossicocinetica). A ciò occorre porre rimedio informando la popolazione dei test non effettuati (trasparenza) e dei rischi per l’assunzione di farmaci di nuova autorizzazione (pubblicazione della data relativa).
  3. Per le sostanze chimiche, di conseguenza, occorre che tali test siano effettuati anche sugli umani, come per i farmaci, essendo presenti nei cibi, nell’acqua, nell’aria, nel terreno. Il che pone il problema etico, per entrambi i prodotti, dell’opportunità di mettere a rischio la salute e la vita umana e non umana per scopi economici e commerciali (anche per moltissimi farmaci). Occorre quindi una revisione dei criteri etici (v. Buone Pratiche Cliniche e Comitati etici) sia ai fini degli scopi, sia dei criteri per il reclutamento dei volontari (reale consenso informato in tutte le fasi previste dalla normativa sui test clinici, riconoscimento dei meriti, trasparenza degli esperimenti e dei nominativi dei volontari, salvo il diritto alla privacy). Ciò non si vuol però fare per ragioni economiche (rallentamento enorme della ricerca applicata, concorrenza, rallentamento della produzione industriale, impatto su PIL, occupazione, ecc. ). Si preferisce quindi continuare nella ricerca di ‘metodi alternativi’, in ossequio al principio delle ‘3R’, fino a quando si considererà obsoleto tale ‘metodo’ per ragioni primariamente economiche. Il sistema pertanto non funziona e non è etico.
  4. I ‘metodi alternativi’ studiati per gli esperimenti sui non umani, per poter essere utilizzati proficuamente (commercio nella UE e nei paesi dell’OCSE), devono essere validati dall’EURL ECVAM, il centro di coordinamento della UE, e laboratori autorizzatia livello nazionalein base alla nuova direttiva 2010/63. Ma tali test vengono effettuati solo su alcune specie non umane (topi, ratti, cavie, cani, gatti, pesci, ecc.), o comparati ai risultati ottenuti su questi ultimi, invalidando di conseguenza il risultato sia nei riguardi di altri non umani (specie escluse dai test), sia degli umani. Nella maggior parte dei casi tali metodi utilizzano ancora animali vivi, o colture cellulari (metodi in vitro) provenienti da animali non umani uccisi appositamente. Benché ciò riduca il numero degli animali utilizzati, non si risolve il problema alla radice. Gli animali non umani utilizzati nella UE sono infatti annualmente circa 11 milioni. I metodi ‘sostitutivi’ sono pochissimi, e riguardano gli effetti meno gravi .
  5. Al fine di approntare metodologie realmente ‘sostitutive’ per i test di tossicità, occorre quindi trovare nuovi metodi, afferenti la biologia delle varie specie (meccanismi di azione biologica). Ossia il ‘perché’ una sostanza risulta tossica, e non il semplice dato di fatto, ossia ‘l’effetto che fa’. La ricerca di tali meccanismi, a livello tossicologico, è quindi la vera alternativa ai ‘metodi alternativi’, sia per i non umani, sia per gli umani. Ciò richiede tempi assai lunghi. Nel frattempo, occorre che il metodo di validazione dell’EURL ECVAM sia specie-specifico, e che gli esperimenti siano autorizzati solo ove eticamente ammissibili (v. sopra). Anche quelli già validati andrebbero quindi verificati in tal senso.
  6. Per l’efficacia dei farmaci, data la complessità degli organismi animali, e le insufficienti conoscenze della loro biologia, in attesa che la scienza sia in grado si simularla ‘in silico’ tramite modelli computerizzati, o tramite altre metodologie (tossicogenomica, ecc..), occorre parallelamente affrontare la realtà e, senza trarre in inganno le persone, ammettere la necessita di test specie-specifici più approfonditi, con le relative conseguenze etiche, giuridiche ed economiche, ed una legislazione più rigida e trasparente sulla farmacovigilanza. Di conseguenza i test dei farmaci sui non umani potrebbero essere aboliti, non avendo alcuno scopo pratico, oltre ai risvolti negativi (etici, scarto di molecole utili, perdita di tempo e denaro, ecc.), e rimpiazzati da metodi sostitutivi ‘complementari’ i quali, fino a che non saranno validati a fronte dell’esperienza, non potranno sostituire gli organismi animali viventi. Pena il continuare a ‘sacrificare’ inutilmente milioni di non umani.
  7. Per i cosmetici, il regolamento attuale permette ancora i test relativi alla cancerogenicità, tossicità genetica e riproduttiva, e tossicocinetica, salvo il vietare la commercializzazione (solo nella UE) dei prodotti così testati. E’ possibile abolirli, con una legge nazionale, essendo esclusi dall’ambito di applicazione della direttiva 2010/63 che vieta assurdamente norme ‘più restrittive’ da parte dei singoli Stai membri della UE.
  8. La così detta ‘medicina traslazionale’ basa ancora i propri principi sulla presunta ‘trasferibilità’ dei risultati sui non umani alla specie umana. Occorre renderla specie-specifica, applicando anche qui i principi etici del ‘non nuocere’. Analogamente per la ricerca di base e la didattica, per la quale ultima occorre ricorrere a modelli di simulazione disponibili, benché a volte costosi, in applicazione della legge nazionale sull’obiezione di coscienza.
  9. In merito alla direttiva 2010/63, occorre contestarne a livello UE le illegittimità (contravvenzione a molti principi del Trattato della UE) e l’illiceità di alcuni metodi (Allegato VII) non indispensabili all’osservanza di norme UE ed OCSE dette ‘regolatorie’, classificabili come vere e proprie torture, alias vivisezione, oltre a modificarne molti altri aspetti. Analogamente, il decreto legislativo nazionale di recepimento di tale direttiva andrebbe rivisto, relativamente al divieto di ‘taluni metodi’, ammesso dalla direttiva suddetta, che avrebbero potuto essere inseriti nella norma nazionale (vedere sopra) e l’utilizzo di animali selvatici e/o randagi delle specie domestiche già escluso dalla normativa nazionale (legge quadro 281/91). Andrebbe altresì rivista la struttura ed autonomia degli ‘Organismi preposti al benessere degli animali’ (alias Comitati etici per i test sui non umani) per garantirne l’efficacia e l’assenza di conflitti di interessi, introdotto il bilanciamento delle figure professionali del Comitato etico nazionale, oggi non definito dalla suddetta direttiva, precisato il livello di competenza dei Centri di coordinamento nazionale per i metodi alternativi, e introdotte severe sanzioni per l’inosservanza delle prescrizioni di tale norma (es. mancato utilizzo di metodi alternativi e sostitutivi validati).
  10. La legge italiana sull’obiezione di coscienza dovrebbe essere rivista, rendendo obbligatoria la manifestazione di volontà di studenti e ricercatori, sanzionando la discriminazioni e la mancata predisposizione di corsi senza l’utilizzo di animali non umani.
  11. I metodi sussidiari alla rilevazione degli effetti delle sostanze chimiche e dei farmaci (analisi epidemiologiche e sui corpi umani tramite la donazione del corpo post mortem) dovrebbero essere regolamentati, e finanziati adeguatamente, anche ai fini della abolizione della didattica sugli animali non umani (es. laparoscopie e esercitazioni di anatomia).
  12. Province e Regioni dovrebbero porre in atto tutte quelle misure (peraltro previste dalla Costituzione) riguardo la loro autonomia legislativa, per garantire la salute dei cittadini e lo sviluppo di una ricerca scientifica biomedica etica.
  13. Parlamento e Governo dovrebbero meglio garantire ai cittadini il diritto alla salute tramite il ricorso a misure sussidiarie per la produzione di farmaci generici e indispensabili negli ospedali, sollecitando il finanziamento pubblico di progetti relativi ad una ricerca biomedica etica, anche con il ricorso alla donazione volontaria di quote dell’IRPEF (come oggi viene fatto ma per motivazioni assai meno importanti).
  14. E’ auspicata la formazione di un Comitato promotore per la presentazione alle Istituzioni ed ai soggetti politici delle proposte contenute nel presente documento, e di un ‘Tavolo di lavoro’ per la loro discussione e realizzazione.
1 Cfr. Sul superamento della sperimentazione animale in www.antispec.org > Pubblicazioni > Dossier.