venerdì 5 dicembre 2014

CHE FINE HANNO FATTO LE FIRME PER LE PERRERAS SPAGNOLE?


Coloro che bazzicano nel mondo degli animalisti e della tutela di animali, da un po di anni si ricorderanno la vicenda del fantomatico comitato promosso da Giuliana P. che si era messo in testa di bloccare la pena di morte in Spagna raccogliendo migliaia di firme in tutta Italia, fu un inziativa di successo sull'onda dell'emozione dei servizi trasmessi da striscia la notizia sulle perreras spagnole, una vicenda che fece nascere quello che poi prese il nome di progetto Spagna. Il comitato si era prefisso di raccogliere migliaia di firme da mandare in Europa, e chiese una mano a tutti, a partire da me, e da noi di AIDAA. 
Ne furono raccolte, oltre centomila davvero tante, fu un successo, al quale si accompagnò un bel successo anche di raccolte di fondi da destinare (almeno cosi dicevano) alla salvezza dei cani da parti di gruppi ed associazioni improvvisate che erano sorte sull'onda dell'entusiasmo di quei mesi che travolse tutti noi. 
Ovviamente venne il tempo in cui si dovevano portare queste firme in Europa e fermare la mattanza dei cani spagnoli, ci furono personaggi strani, compresi una mistress sado maso spagnola che si sbattevano con amore per i cani, ma ci fu anche chi comprese che quello era un vero business e che forse sarebbe stato meglio far finta di appoggiare questa raccolta ma in realtà di renderla inoffensiva, altrimenti sarebbe finito anche il business che ruotava attorno alla salvezza di qualche decina di cani. Cene, aperitivi, raccolte fondi, spettacoli, siti internet dedicati e mai un rendiconto,mai una ricevuta dei versamenti effettuati per i cani spagnoli, Mai niente di niente se non in qualche caso raro.
E poco prima che le firme fossero portate in Europa saltò fuori la sorpresa. Le firme non avevano alcun documento di accompagnamento e sopratutto nessuna di queste era in qualche modo autenticata. Insomma era come se migliaia di persone abbiano firmato sotto un foglio in bianco dove poteva essere scritto qualunque cosa.
Il sottoscritto si rifiutò di portare le firme in Spagna e venni sommerso dal fango delle donzelle (che nel frattempo avevano avuto i loro cani sequestrati in Spagna perchè non usavano i mezzi di trasporto adeguati per portarli in Italia nonostate i soldi raccolti a palate), che mi accusarono di tutto e di più, mi accusarono delle peggiori nefandezze, solo perchè avevo svelato il loro sporco gioco, la loro porcheria.
Avevano preso per il culo tutto, le varie Claudia, Serena, Giuliana e chi piu ne ha più ne metta. Io ero diventato l'orco cattivo. Quello che aveva preso in giro la gente mentre loro si sono riempite le tasche per altri mesi ed altri mesi continuando lo sporco giochino. 
Mi fecero pure scrivere dagli avvocati. Ma querele quelle no. Nemmeno una, ma come se ero cosi un orco cattivo perchè non cogliere l'occasione per distruggermi una volta per tutte? Niente da fare, si sono viste bene dal produrre querele. Sono rimaste ferme al palo, sperando di baipassare la memoria mia e vostra,la memoria di migliaia di italiani presi per il culo dalle quattro megere che a loro volta hanno fatto soldi sulla loro pelle e ancora peggio su quelle dei cani.
Venne poi la storia della Romania, dei cani rumeni, e le firme erano sempre stipate nella casa della presidente del famoso comitato, allora si è trovato l'escamotage, sperando di mettere le mani su un nuovo bottino. 
Le firme furono consegnate ad un organizzazione nazionale che con tanto di fotografie al seguito le consegnò al deputato Zanoni ma non per chiedere la fine delle perreras, ma udite udite, per chiedere lo stop al massacro dei cani in Romania. 
Altra presa per il culo, di quelle galattiche. Quelle firme sono finite in fondo ad un magazzino senza che ci sia stata una sola presa di posizione ufficiale da parte della comunità europea. 
Il giochino è finito i soldini diminuiti e le arpie si sono scannate tra loro per dividersi gli ultimi brandelli di guadagni come semplici avvoltoi sulle carcasse. E intanto in Spagna i cani continuano a Morire e le loro tasche a riempirsi.
Lorenzo Croce